La CSRD introduce un progressivo rafforzamento del processo di reporting e controllo interno con la supervisione degli organi di governo. Si tratta di una attività che richiederà investimenti nel tempo e un rafforzamento delle strutture organizzative. Come si stanno attrezzando le aziende? Quali le raccomandazioni di Assonime?
Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 125/2024 la rendicontazione di sostenibilità diventa parte integrante della relazione di gestione e le aziende italiane, in funzione della loro dimensione, saranno tenute a conformarsi progressivamente a stringenti standard di sostenibilità definiti a livello europeo (European sustainability reporting standard), che implicheranno la creazione e il rafforzamento delle strutture aziendali per garantire la correttezza e qualità delle informazioni di sostenibilità in coerenza con quelle del bilancio.
Una attività che richiede adeguamento organizzativo, processi standardizzati, tecnologie per la raccolta ed elaborazione dei dati, nuove competenze professionali e team dedicati alla gestione delle informazioni ESG.
Introduce e modera Patrizia Giangualano, Consiglio Direttivo Nedcommunity
Ne discutono: Raffaele Barteselli, Responsabile Transizione e Sostenibilità, Banco BPM Stefania Pesce, Environmental, Social & Governance Manager, Recordati S.p.A. Lorenzo Solimene, Partner, KPMG Climate Change & Sustainability Services
La Cyberguerra sta modificando gli equilibri delle principali economie mondiali, costringendo i governi e le imprese a investimenti massivi in sistemi di prevenzione, protezione e recovery. L’Italia nel 2023 ha avuto un aumento del 40% di attacchi, un dato ben superiore al resto del mondo. Cosa stanno facendo l’Italia e l’Europa per prevenire e ridurre i rischi? Ne parliamo il 27 giugno alle 17:30 ospiti di BonelliErede a Roma, nel quarto appuntamento del programma Governance Digital Agenda di Nedcommunity
17:30 Inizio Lavori Benvenuto e Introduzione Silvia Romanelli, Partner BonelliErede, Associata Nedcommunity Alessandro Carretta, Presidente Nedcommunity, Professore Università di Roma Tor Vergata
Tavola Rotonda Modera: Carlo Delladio, Presidente Trentino Digitale, Independent Director, Associato Nedcommunity
Roberto Baldoni, già Direttore Generale del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza, Direttore Generale ed attuale Direttore Centrale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e Professore Onorario Università degli Studi di Roma La Sapienza Franco Bernabè, Presidente di TECHVISORY, già Amministratore Delegato di Eni e Telecom Italia, e past President di Cellnex e Nexi S.p.A. Alessio Pecorario, Officiale Vaticano, Esperto di Cybersicurezza e Tecnologie Digitali presso la Santa Sede Isadora Tarola, Responsabile Divisione Mercati CONSOB
Interverranno nel Dibattito Patrizia Giangualano, Independent Director, Advisor in Governance and Sustainability, Consigliere Direttivo Nedcommunity Flavia Scarpellini, Corporate Law e Cybersecurity Advisor, Director e Associata Nedcommunity Michela Zeme, Independent Director, Associata Nedcommunity
Ciclo di webinar in cui Imprenditori e Ned di società di medie dimensioni non quotate portano il loro contributo in tema di buona governance e si aprono al confronto e al dibattito con i NedAlumni.
Introduzione e moderazione a cura di Manuela Macchi, Associata Nedcommunity e membro del Comitato NedAlumni
Il Caso Yamamay Francesco Pinto, Presidente di Yamamay Patrizia Giangualano, membro del Consiglio Direttivo di Nedcommunity e NED di Yamamay
Qual è lo stato dell’arte della governance dei rischi nelle imprese italiane? Lo abbiamo approfondito giovedì 14 a Milano, presso la Torre PwC.
Dai risultati preliminari della ricerca “Risk Management & Governance: lo stato dell’arte delle imprese italiane” condotta da PwC Italy con Nedcommunity, emerge che solo un’azienda su due (58%) ha una funzione di risk management. E solo in un’azienda su quattro il risk manager riporta al Ceo o al CdA.
In un contesto in continua evoluzione come quello dell’economia circolare, è fondamentale fare chiarezza e fornire orientamento e guida alle imprese. L’economia circolare si basa sull’idea di ridurre al minimo gli sprechi e massimizzare il valore delle risorse attraverso il design, la riparazione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali. Fin dal 2015, l’UE ha adottato diverse iniziative per promuovere l’economia circolare, tra cui il Green Deal europeo nel 2019 e il Piano d’Azione per l’Economia Circolare nel 2020, che definisce le linee guida e i settori prioritari per la transizione verso un’economia circolare. Di recente la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) con lo standard ESRS E5 introduce una disclosure dedicata relativa all’economia circolare e all’uso efficiente delle risorse. Anche l’introduzione dell’EU Taxonomy for Circular Economy appena pubblicata mira a definire criteri comuni per identificare le attività economiche che contribuiscono alla transizione verso un’economia circolare. Al contempo, la norma ISO 59000 in fase di elaborazione fornirà un quadro per l’implementazione di standard relativi all’economia circolare. La transizione verso un’economia circolare richiederà un impegno significativo da parte delle aziende. Tuttavia, questa transizione sarà capace di offrire opportunità economiche, benefici ambientali e una maggiore resilienza alle sfide future.
La rilevanza delle tematiche relative ai cambiamenti climatici è crescente, in uno scenario Europeo dettato dalle linee guida della COP 26, l’Unione Europea è in continuo mutamento verso nuove strategie ed investimenti che possano aiutare i paesi membri ad adottare una completa transizione verso una riduzione graduale delle emissioni, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. A livello Europeo la presentazione del pacchetto «Fit for 55» rappresenta una delle maggiori iniziative in chiave climatica. La bozza racchiude un insieme di proposte pubblicate dalla Commissione Europea nel luglio 2021 per allineare le politiche comunitarie al target di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, in linea con quanto previsto dal Green Deal Europeo. Gli effetti del cambiamento climatico e gli scenari futuri delineati dal recente rapporto IPCC richiedono l’individuazione di obiettivi connessi al contenimento dell’innalzamento delle temperature e rappresentano una sfida in termini di rischio sistemico da gestire per istituzioni e imprese. Lo sviluppo di pratiche di mitigazione e di analisi di scenario risultano centrali nell’affrontare le nuove normative emergenti (es. Carbon Border Adjust Mechanism), fornendo un percorso verso nuove opportunità di business per le imprese. Di conseguenza, la definizione di un piano di transizione richiede un importante impegno per le aziende in termini di: investimenti, strategie alternative, costi aggiuntivi e in alcuni casi la trasformazione del proprio modello di business.
Introduzione e moderazione a cura di Manuela Macchi, Associata Nedcommunity e membro del RG La governance in materia di rischi e controlli di Nedcommunity
Discussion
Stefano Giacomelli, Associate Partner, KPMG Climate Change and Sustainability Services Federica Ruzzi, Chief Sustainability Officer, Golden Goose
I recenti sviluppi in tema di reporting di sostenibilità, ed in particolare la nuova Direttiva CSRD, impongono un ripensamento della Governance e del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi per soddisfare la crescente aspettativa di “assurance” sulla qualità ed affidabilità degli indicatori e sull’efficacia dei controlli. I regulators, il mercato ed in generale tutti gli stakeholder, spingono perché le aziende rafforzino i proprio sistemi di controllo interno per mitigare il rischio di errori materiali nell’informativa sostenibilità, analogamente a quanto già avvenuto in tema di financial reporting/informativa finanziaria. L’ampiezza e la complessità del reporting di sostenibilità, in termini di perimetro, numerosità di indicatori, modalità di calcolo, eterogeneità dei dati, e il basso livello di maturità dei sistemi di controllo, rendono ancora più sfidante l’obiettivo ed urgente l’intervento. Nell’attuale contesto, caratterizzato da un quadro normativo in continua evoluzione e da carenza di leading practice consolidate, un utile riferimento per il disegno del sistema di controllo sul reporting di sostenibilità è sicuramente rappresentato dalla nuova release del Coso Framework “ Achieving Effective Internal Control over sustainability Reporting”.
Introduzione e moderazione a cura di Patrizia Giangualano, Consiglio Direttivo Nedcommunity Gianmaria Garegnani, Associato Nedcommunity e membro del RG La governance in materia di rischi e controlli di Nedcommunity
Processi, controlli e framework per un’informativa di sostenibilità accurata e completa Paolo Mantovano, Partner, KPMG Advisory – Governance, Risk & Compliance Luca Ciencioni, Group accounting policy, internal control system and Eni SpA financial statement
L’integrazione degli aspetti ambientali, sociali e di governance nei processi di risk management rappresenta una leva strategica e gestionale a disposizione degli amministratori nell’indirizzo e oversight dei cambiamenti in atto per perseguire l’obiettivo del successo sostenibile. L’adozione di strategie sempre più orientate alla sostenibilità, l’introduzione di politiche comunitarie volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, l’attenzione del mercato verso le performance non finanziarie impone alle aziende di gestire i rischi e le opportunità ESG nell’ambito dei processi di corporate governance e di enterprise risk management.
Introduzione e moderazione a cura di Elisabetta Magistretti, Membro del Collegio dei Saggi Nedcommunity
Gestione dei rischi ESG: evoluzioni in atto e integrazione modelli di gestione Giuseppe Garzaniti, Head of Enterprise Risk Management, Ferrari S.p.A. Nicolò Zanghi, Partner, KPMG Advisory – Governance, Risk & Compliance
La nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD – Direttiva 2022/2464), approvata lo scorso dicembre dal Consiglio europeo, costituisce un ulteriore importante tassello per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 nell’Unione europea. L’obiettivo della CSRD è innanzitutto quello di migliorare la qualità delle informazioni contenute nell’informativa pubblica di sostenibilità, aumentandone la comparabilità attraverso una maggior standardizzazione delle richieste e delle modalità di presentazione. Inoltre, con l’ampliamento dei requisiti di rendicontazione e dell’ambito di applicazione previsto, la CSRD vuole inoltre rispondere alle crescenti esigenze di stakeholder e investitori, ormai sempre più sensibili e attenti all’impatto sociale e ambientale delle aziende.
La CSRD e gli standard ESRS: ambito di applicazione e informativa richiesta alle aziende Cristina Saporetti, Head of Sustainability Reporting Communication and Planning Eni S.p.A. Lorenzo Solimene, Partner – KPMG Advisory Sustainability & Climate Changes Services
Riflessioni sull’evoluzione del reporting di sostenibilità dopo cinque anni di applicazione del D. Lgs. 254/2016 e in considerazione dell’entrata in vigore della proposta di Direttiva CSRD.